La Cannabis e la nevralgia del trigemino

La nevralgia del trigemino è la sindrome dolorosa craniofacciale più comune. È un disturbo che provoca forti dolori acuti al viso, simili ad una scossa elettrica alla mascella, alla regione oculare, ai denti o alle gengive.

Il nervo trigemino è il quinto paio dei nervi cranici. Si tratta di un nervo misto,  sensitivo, ma composto anche, in piccola parte, da fibre motorie. La nevralgia del trigemino si sviluppa, generalmente, in individui di età superiore ai 50 anni. L’incidenza è di 4 ogni 100.000. È un disturbo che provoca forti dolori al viso, improvvisi, con episodi imprevedibili e dolorosi che possono durare da pochi secondi a diversi minuti, sino ad alcune ore.

L’area del volto interessata dipende dalla zona colpita: la prima (oftalmica), colpisce la regione oculare; la seconda (mascellare) colpisce la mascella,  l’arcata dentaria superiore e il naso; la terza (mandibolare) colpisce la zona mandibolale della bocca e dell’arcata dentaria inferiore. L’ammiccamento e la masticazione vengono descritti come fattori scatenanti. Gli attacchi cessano improvvisamente, come sono iniziati.

L’insorgenza accessuale del trigemino, non è da confondere con altre forme di dolore craniofacciale, per le quali è più facile trovare un’origine. Si pensa che la nevralgia del trigemino sia spesso causata dal decorso del nervo e da malformazioni vascolari, tumori o altre lesioni anche di tipo infiammatorio.

Nel 95% dei casi la nevralgia è causata dalla pressione sul nervo trigemino, situato vicino all’ingresso del tronco cerebrale (la parte più bassa del cervello che si fonde con il midollo spinale). Non è chiaro perché questa pressione possa causare attacchi dolorosi in alcune persone e non in altre. Non tutti coloro che hanno un conflitto vasculo-nervoso o una massa intracranica che irriti il nervo trigemino,  soffrono di nevralgie. E’ probabile che, in alcuni casi, la pressione sul nervo logora lo strato protettivo esterno (guaina mielinica), causando di dolore.

La terapia farmacologica antiepilettica standard, gli oppiacei, il complesso multivitaminico (gruppo B) non si è dimostrata utile nel trattamento della nevralgia del trigemino.

I cannabinoidi sono ormai ritenuti, sempre più, una valida opzione terapeutica per la cura del trigemino: essi possono inibire questo dolore.

Caso clinico

Un uomo di 46 anni, affetto da nevralgia del trigemino, presentava un dolore neuropatico nella regione facciale suborbitale destra, senza evidenza di traumi, interventi otorinolaringoiatrici, problematiche odontostomatologiche. Il paziente aveva attacchi di dolore improvvisi, della durata da qualche minuto fino a qualche ora. Venivano identificati diversi trigger come: esposizione solare, mangiare, masticare, lavarsi il viso o i denti, l’esposizione al vento e la rasatura.

All’inizio il paziente è stato trattato con farmaci classici, in questi casi, per la stabilizzazione delle membrane neuronali ipereccitate e nell’inibizione delle riattivazioni.

La terapia non è stata efficace, a causa di effetti collaterali come: diminuzione dell’appetito, ansia, confusione, sonnolenza, disturbi del sonno e una scarsa riduzione del dolore. Su questa base, il paziente è stato sottoposto alla terapia con cannabinoidi, in olio. Ha iniziato con 5 gocce sublinguali due volte al giorno, fino ad arrivare a 10 gocce sublinguali 3 volte al giorno.

Il paziente è stato rivalutato quindici giorni dopo l’inizio della terapia ed è stata rilevata una riduzione del 50% del dolore; pertanto sono stati notevolmente ridotti i farmaci tradizionali. Dopo 30 giorni,  il paziente ha gradualmente ridotto l’assunzione di oppiacei, continuando la terapia con carbamazepina (1 volta al giorno). Novanta giorni dopo l’inizio del trattamento, i sintomi del dolore sono rimasti tollerabili, con rare “scosse elettriche” durante stimoli intensi al viso (come la rasatura), ma sia la qualità del sonno che la qualità generale della vita risultavano migliorate. Il paziente ha avuto, con la riduzione dei farmaci e degli oppiacei, la scomparsa degli effetti collaterali e dopo 120 giorni dall’inizio della terapia, il paziente ha proseguito il trattamento con cannabinoidi e solo una volta al giorno un farmaco tradizionale.

Osservazioni

Tra tutte le forme di nevralgia, quella del trigemino risulta essere la più comune ed è limitata alla distribuzione di uno o più rami del nervo trigemino. È caratterizzata da attacchi di dolore acuti, lancinanti, simili a scosse elettriche.

Esiste una vasta gamma di studi sui benefici derivati dall’uso dei cannabinoidi per il trattamento della nevralgia del trigemino.

I cannabinoidi agiscono sul sistema endocannabinoide umano,  sui recettori CB1, CB2 e sugli altri recettori distribuiti in tutto il corpo.

Le formulazioni orali possono essere utili per i pazienti che richiedono un sollievo per un periodo più lungo.

Inoltre, nei pazienti che soffrono di dolore cronico, tramite alcuni studi, si è rilevato che i farmaci a base di cannabinoidi, si potrebbe notevolmente ridurre l’uso di oppioidi, che producono gravi effetti collaterali.

In Italia, la prescrizione della cannabis, per uso medico, è regolata dal Decreto del Ministero della Salute del 9 novembre 2015. Può essere prescritta mediante piano terapeutico tramite SSN: è utilizzata nel dolore cronico quando associato a sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale e altre sindromi e solo quando le terapie convenzionali o standard risultano inefficaci.

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Gli studi sull’argomento proseguono……