La canapa e’ una pianta versatile, usata per la produzione di nuovi materiali e di carburanti biologici. Dalla canapa si può creare una plastica assolutamente non tossica, che ha piu’ qualità di quella derivata dal catrame: e’ piu’ leggera e resistente, adatta alla costruzione di oggetti ad uso comune, ma anche componenti biomedicali, edili, elettronici, imballi, giocattoli e tanto altro.
La grande disponibilita’ di canapa – materia prima – potra’ portare, se sfruttata ad un Futuro Ecosostenibile, in quanto si tratta di una fonte vegetale, abbinata anche ad altre fonti derivate dalle piante che possono sostituire la plastica, oggi utilizzata in tutto il mondo su scala industriale.
Oggi viene utilizzata la plastica che deriva dal petrolio, i cui giacimenti prima o poi si esauriranno. Questa plastica. derivata dal petrolio, ha creato forte inquinamento e danni ai fragili ecosistemi del pianeta.
La plastica di canapa può avere lo stesso utilizzo di quella tradizionale, ma con la sostanziale differenza che non è inquinante, in quanto non contiene sostanze altamente tossiche e non biodegradabili come l’ acido polilattico (PLA), il PBS o il PHA, contenute, invece, nella plastica tradizionale.
I polimeri necessari all’ottenimento della plastica di canapa vengono ricavati anche da altre piante, come il mais, la barbabietola da zucchero e il riso. La plastica di canapa oltre a non essere inquinante, è riciclabile, compostabile e biodegradabile.
Secondo un rapporto recente del WEF (World Economic Forum), nei nostri mari sono presenti ben 150 milioni di tonnellate di materiale plastico tra fondali e deriva. Purtroppo la plastica è inevitabilmente entrata a far parte della catena alimentare della fauna marina: si prevede che, senza interventi forti, nel 2050 nei mari e oceani ci sara’ piu’ plastica che pesci.
Oltre al riciclo del materiale plastico, occorre impiegare materie prime alternative di migliore qualità ad impatto ambientale ridotto.
Si stima che la plastica abbia una resistenza 10 volte superiore rispetto all’acciaio e si può utilizzare anche nella fabbricazione di pentole esposte alla fiamma, senza esalazioni nocive e contaminazione dei cibi in esse contenuti. La resistenza della bioplastica trova impiego soprattutto nel settore automobilistico, per la costruzione di esemplari più resistenti rispetto alla lamiera in acciaio.
La plastica di canapa è molto leggera, quindi i mezzi costruiti con questo materiale hanno un consumo di carburante più ridotto e hanno prestazioni più elevate. La produzione riguarda diversi prodotti in campi diversi, tra questi: specchietti retrovisori, vasi agroalimentare e tanti articoli che sono soggetti a forte sollecitazione.
Il primo vero esperimento fu un’automobile costruita, quasi interamente, in plastica di canapa (Henry Ford nel 1941). Il progetto consisteva in un’auto ottenuta con un materiale derivato dai semi di canapa e altre fonti vegetali come la soia, il lino e il grano. Fu chiamata “Ford Hemp Body Car” o “Soybean Car“, cioè macchina della soia.
Fu questo il primo vero prototipo di auto altamente eco-sostenibile in bioplastica, con caratteristiche di ottima resistenza non solo per gli urti, ma anche per la trazione.
Lo scoppio però della Seconda Guerra Mondiale, arresto’ il progetto di Ford e la sua macchina in plastica di canapa cessò velocemente la produzione e anche dopo la fine della guerra, non fu più messa in commercio. Nel 1955 gli Stati Uniti arrivarono addirittura alla scelta di proibire la coltivazione di canapa. I motivi per cui l’auto in plastica biologica non vide mai la luce sembrano essere due: l’avvento del petrolio, con abbassamento del prezzo del 50% e il proibizionismo rispetto alla cannabis.
Sogno di Canapa
In tempi di ricerca di sostenibilità ambientale e industriale, alcuni giovani della Sicilia, in collaborazione con l’università di Catania, hanno creato una start up proprio per la produzione della plastica di canapa e prossimamente anche di biocarburante nonché di un sottile film utilizzabile per le pellicole.
Si tratta di una realtà imprenditoriale molto interessante, ideata insieme ad altri da un giovane ingegnere siciliano, Giovanni Milazzo, che l’ha chiamata simbolicamente Kanèsis, vocabolo formato tra il termine greco κίνησις (kinesis), cioè “movimento” e la parola “canapa.
Questo progetto d’impresa promette di risollevare le sorti lavorative di una parte della Sicilia, in quanto questa start up intrattiene rapporti con società estere e nazionali e il prodotto di questa start up, tutta siciliana, ha già suscitato l’interesse di molti.
Il prodotto della Kanèsis
La Kanèsis produce plastica di canapa eco sostenibile, composta anche da altri scarti vegetali; tra i prodotti ottenuti, un materiale di tipo termoplastico, molto più resistente e leggero della plastica di derivazione petrolchimica.
La produzione di plastica di canapa riguarda un sottile film in 3D per l’impego di pellicole di altissima qualita’.
Il filamento di bioplastica di Canapa
Questo prodotto risulta ancora più leggera e resistente alle trazioni di almeno il 30% in più, costa di meno della tradizionale plastica classificata come più economica (il PLA). Il nome provvisorio dato a questo prodotto all’avanguardia nella produzione di plastica sostenibile è “Hempbioplastic”. La start up ha intenzione di produrre, dopo l’accettazione del prototipo, anche bioplastica in granuli, che possa dare vita a un materiale apparentemente molto somigliante al legno nel colore, ma più robusto e con uno spessore più sottile.